Progetto psicomotricità

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Premessa

La psicomotricità è una disciplina che si occupa del bambino nella sua globalità e che ha come obiettivo principale quello di permettere l’integrazione armonica degli aspetti motori, affettivi, relazionali e cognitivi all’interno del percorso di crescita del singolo.

Il bambino esiste e apprende anzitutto attraverso il corpo in relazione con l’altro e con il mondo e attraverso il piacere che deriva dalla sua azione sul mondo. Questo piacere vissuto, unito all’azione che l’adulto compie nel riconoscere e rendere il bambino consapevole della sua originalità, favorisce lo sviluppo armonico del bambino ed è una base importante per un rapporto positivo ed equilibrato con se stesso e con l’altro. Riconoscendo il piacere di agire del bambino e comprendendo il senso delle sue produzioni, lo si sostiene ed accompagna nella conquista dell’autonomia e nello sviluppo di un’immagine positiva di sé.

Per offrire la possibilità di esprimersi proprio attraverso il gesto, l’azione, il corpo e il gioco, si forniscono spazi e materiali che definiscono il corpo e l’azione mezzo espressivo per eccellenza. Nella sala di psicomotricità si possono quindi vedere i bambini saltare, correre, dondolarsi, giocare a riempire, a svuotare, a nascondersi e riapparire, giocare a «far finta di»… atti che mettono il bambino in una condizione di libertà d’azione e di gioco che ha il significato di liberare i propri vissuti e di vivere le proprie emozioni ma anche di rendersi conto dei propri limiti e delle proprie capacità. Durane la seduta si offre anche uno spazio per il linguaggio, il disegno, le costruzioni, la manipolazione, per favorire nel bambino la rielaborazione delle esperienze e delle emozioni che le hanno accompagnate, facilitando allo stesso tempo il passaggio all’attività rappresentativa e di pensiero.

La psicomotricità, dunque, attraverso la costruzione degli spazi e dei tempi e l’offerta di materiali di vario genere, favorisce lo sviluppo armonioso del bambino e punta ad attivare i potenziali evolutivi individuali, utilizzando da una parte la dimensione relazionale che si crea con il gruppo di pari e dall’altra la possibilità di compiere esperienze corporee e ludico-simboliche all’interno di un setting libero ma anche sicuro e accogliente.

Il progetto si è rivolto a bambini di età compresa tra i 20 e i 36 mesi, frequentanti l’asilo nido BI.NI. Le attività si sono svolte da Ottobre a Febbraio (a causa dell’emergenza Covid-19) nel solo giorno di Martedì in sedute da 45 minuti. I bambini sono stati riuniti in un unico gruppo.

a) Favorire l’espressione di sé (comunicazione, gioco, buone relazioni).

b) Potenziare le competenze psicomotorie di base.

c) Sostenere l’integrazione nel gruppo.

d) Favorire il superamento e il contenimento delle difficoltà evolutive.

a) Contenimento e osservanza delle regole.

b) Vivere il piacere dell’azione con il corpo, sperimentando le proprie potenzialità.

c) Favorire l’apertura alla comunicazione, all’ascolto e alla collaborazione con l’altro.

d) Incoraggiare l’espressione delle emozioni attraverso forme rappresentative quali il linguaggio verbale, il disegno e il gioco simbolico.

e) Organizzare e finalizzare l’azione.

f) Facilitare nel bambino, attraverso il gioco, la presa di coscienza delle proprie capacità e limiti per consolidare un’immagine positiva di sé.

g) Favorire l’apertura alla creatività.

Nella realizzazione del programma fin qui esposto, si è fatto riferimento a un modello di psicomotricità a stampo relazionale, secondo il quale si parte sempre da ciò che il bambino propone e fa spontaneamente. La psicomotricista, dopo aver presentato le regole che accompagnano ogni incontro e averle ripetute assieme ai bambini, avviava la seduta all’inizio delle attività ludiche. Avvalendosi del gioco libero e del proprio linguaggio corporeo e verbale, indirizzava il bambino a conoscere se stesso e l’ambiente circostante. Accogliendo e valorizzando le iniziative e richieste del bambino, facilitandolo nell’interiorizzazione delle regole sociali, nella conoscenza e nella padronanza dell’aggressività e nel superamento di forti inibizioni, la psicomotricista permetteva inoltre al bambino di migliorare la propria autostima. Al fine di rendere il percorso ancor più rivolto alla crescita, gli incontri si sono sviluppati seguendo dei temi quali la conoscenza del corpo, dello spazio, del tempo e del simbolo, sempre attraverso la sperimentazione corporea libera e l’interazione col gruppo.

Lo spazio è stato suddiviso secondo i seguenti criteri:
 Spazio senso-motorio: riservato all’espressività motoria, allestito con tappeti morbidi.
 Spazio simbolico: riservato alle attività simboliche, allestito con oggetti non strutturati quali cubi di varie dimensioni e forme, tessuti, cerchi, mattonelle, corde a piena disposizione dei bambini.
 Spazio per il rituale di inizio e fine seduta: spazio riservato al linguaggio e alla rappresentazione, è stato caratterizzato da un momento di raccoglimento in cui ricreare attraverso attività manuali e grafiche i temi della seduta.
Gli spazi sono stati utilizzati liberamente dai bambini.
La sala è stata preparata anticipatamente a ogni seduta variando di volta in volta il materiale a disposizione dei bambini. I vari materiali sono stati presentati in non più di tre elementi per volta.

Le sedute sono state organizzate a livello temporale nel seguente modo:
 Rituale di inizio: momento iniziale in cui avvengono i saluti e in cui si ricorda ai bambini le regole.
 Fase centrale: in cui i bambini si dirigono verso gli spazi e i materiali prescelti e iniziano i loro giochi.
 Rituale di fine: i bambini si ritrovano nel luogo dove è avvenuto il rituale di inizio e raccontano/disegnano/costruiscono ciò che hanno appena vissuto, prendendo così distanza dalle proprie emozioni ed elaborandole attraverso una mentalizzazione.

Nel complesso il percorso è stato per i bambini un’esperienza positiva di crescita. Al termine forzato delle attività, tutti si sono mostrati attivamente partecipativi e piacevolmente interessati e coinvolti dalle proposte. Al fine di rendere migliore l’esperienza, la psicomotricista si è attivata in modo da ricordare costantemente le regole e di rendere i bambini consapevoli delle conseguenze delle loro azioni sugli oggetti e sugli altri. È inoltre intervenuta in modo da favorire l’organizzazione e la strutturazione del gioco spontaneo e di favorire l’integrazione dei bambini in un gioco condiviso e collaborativo. L’azione della psicomotricista ha avuto effettivamente un riscontro in quanto sono stati osservati dei cambiamenti in tutti i bambini.
In particolare, i bambini inizialmente meno attivi si sono sempre più interessati alle attività creandone anche alcune di propria fantasia. La sperimentazione è avvenuta su più tipi di giochi pur restando delle preferenze evidenti in ciascun bambino, che prediligevano alcuni il movimento e l’uso del corpo mentre altri l’uso di oggetti e l’ambientazione simbolica. Sul piano della collaborazione e del rispetto delle regole, in tutti i bambini ci sono state delle difficoltà iniziali che sono state limate con lo scorrere degli incontri. Sempre di più, infatti, hanno dimostrato di conoscere e saper rispettare le regole oltre che coinvolgere i propri compagni o accettare di condividere con loro spazi e materiali.

In collaborazione con la Dott.ssa Stefania Edi

Edizione 2020

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