La quarantena si sta avviando verso una conclusione ma non tutto è ancora concluso. Riprendiamo tutte le nostre attività ma ancora con attenzione al modo di rapportarci con gli altri. Anche ai bambini è richiesto un adattamento a questo “nuovo mondo” che ci vieta di giocare troppo vicini o di darci un bacio o un abbraccio. È quindi necessario indagare più a fondo al concetto di relazione e comunicazione per raggiungere un nuovo modo di vivere con gli altri.
Gli esseri umani sono esseri sociali per natura e stabiliscono relazioni fin dai primi momenti di vita. I primissimi rapporti sociali si formano con le figure di accudimento, ma con la crescita e lo sviluppo, oltre che delle competenze sociali anche di quelle emotive e cognitive, il bambino compie sempre nuove esperienze e incontra sempre più persone con le quali instaurare diversi tipi di rapporti, accrescendo ulteriormente le sue capacità. Nell’atto sociale, la comunicazione ha un forte investimento e più i bambini sono piccoli più viene utilizzata la componente non verbale della comunicazione e cioè quella parte del linguaggio che viene espressa attraverso il corpo e che rappresenta per lo più le emozioni che si provano in quel determinato istante. La comunicazione non verbale comprende atteggiamenti della postura, dello sguardo, della mimica facciale, tonalità di voce e gesti che veicolano messaggi che completano quello verbalmente espresso.
In un momento come quello che stiamo vivendo ultimamente, la comunicazione non verbale va rivalutata sulla base di quei comportamenti che solitamente usiamo ma che ora non sono possibili. È bene quindi riflettere sul proprio atteggiamento non verbale e su quello del nostro bimbo per capire come modificare il nostro modo di relazionarci e comunicare. Per farlo dovremmo osservare quelli che sono i gesti, le mimiche e le posture più utilizzate, identificando quelle che meglio si adeguano alla situazione sociale attuale. Una volta identificate possono essere portate all’attenzione dei bambini sfruttando il gioco che, soprattutto nella fascia prescolare, ha un forte impatto sulla motivazione all’apprendimento. Creando situazioni più o meno simili alla realtà, possiamo aiutare il bambino a imparare ad utilizzare quelli che saranno, per buon tempo, le nuove norme di socialità.
Anche i gesti possono diventare un gioco e costituire un sostituto della componente verbale, andando a creare un nuovo linguaggio che possiamo condividere con gli altri senza avere bisogno di un contatto ravvicinato ma creando comunque situazioni di gioco divertenti. Se ai gesti aggiungiamo anche l’uso della voce con suoni strampalati e dalle tonalità più disparate comunicare sarà sempre più divertente.